Il recupero, lo smaltimento e il riciclo dei pannelli solari sono regolati da una rigida normativa.
Non si possono portare all’isola ecologica come normali rifiuti perché rientrano nella classificazione RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con il codice identificativo R4.
E non è il privato cittadino a doversi fare carico dello smaltimento dei pannelli solari esauriti, ma il produttore.
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), in collaborazione con RSE (Ricerca sul Sistema Energetico) e con il coinvolgimento degli operatori del settore fotovoltaico, ha emesso nel Dicembre 2012 il Disciplinare Tecnico per la Definizione e verifica dei requisiti dei Sistemi o Consorzi per il recupero e riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita.
In base al Disciplinare, sono responsabili dell’invio al riciclo dei moduli, in ordine di responsabilità:
i produttori
gli importatori
i distributori
gli installatori.
Se assenti, la responsabilità ricade sul soggetto responsabile dell’impianto in cui i moduli sono installati.
Sempre in base alle direttive del disciplinare le imprese che operano nel settore fotovoltaico devono essere inscritte a un Sistema o a un Consorzio che certifichi il loro rispetto di specifiche disposizioni.
Tra queste disposizioni deve esserci l’adesione a un sistema di trattamento e riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita che garantisce la gestione dei pannelli fotovoltaici in ogni tappa, dal trasporto allo stoccaggio ai vari passaggi di riciclo.
Oltre al disciplinare la Direttiva EU e il Decreto Legislativo 49/2014 impongono obiettivi ben precisi di recupero e riciclo dei moduli fotovoltaici. In particolare, vengono definiti due precisi minimi
preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dell‘80% in peso dei moduli gestiti (valore minimo)
il recupero dell’85% in peso dei moduli gestiti (valore minimo).
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